Giorgia Meloni e la politica del vittimismo: il caso Almasri
30 gennaio 2025
Nell’editoriale di oggi affrontiamo l’ennesima brutale decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che, per aumentare il numero di “posti letto” nelle carceri in grado di ospitare migranti e richiedenti asilo catturati al confine, ha dato mandato di allestirne circa 30.000 in una base sita a Guantanamo Bay, vicina al noto carcere militare. Non essendoci materialmente una struttura che possa ospitare tante persone, però, è ipotesi molto ripresa che saranno collocate in una tendopoli allestita ad hoc, ed è ovviamente una decisione che ha una serie di ripercussioni morali e simboliche, oltre che materiali e politiche.
Nella parte centrale parliamo del cosiddetto caso Almasri, che prende il nome dal comandante libico Njeem Osama Elmasry Habish, arrestato e poi liberato dalle autorità italiane la settimana scorsa, per cui la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello dell'Interno Matteo Piantedosi sono stati iscritti al registro degli indagati con le accuse di favoreggiamento e peculato. Dopo aver ricostruito le dinamiche del caso, ci concentriamo sugli elementi che fanno pensare che quella operata dal governo sia stata una scelta politica. Chiudiamo con un commento sul video condiviso da Meloni sui suoi social, con un occhio di riguardo alla strategia comunicativa adottata dalla premier.
In chiusura parliamo del disastro aereo avvenuto ieri sera a Washington D.C.; del rilascio, da parte di Hamas, di altri otto ostaggi del 7 ottobre; della nomina di Ahmed al-Sharaa alla carica di Presidente ad interim della Repubblica Araba di Siria.
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