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Ci può stare che ci sia qualcuno arrabbiato con i giornalisti, però come sottolinei anche tu con la violenza si fa solo peggio. Riguardo la leva militare è chiaro che siamo incredibilmente indietro e che saremmo molto impreparati eventualmente, speriamo di non doverlo sperimentare più di quanto già non stiamo facendo

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Volevo condividere 2 considerazioni:

1) io seguo voi, e da oggi vi seguo anche qui, perché fate i giornalisti che hanno delle opinioni. Non seguo gli altri perché fanno delle opinioni che hanno dei giornalisti. Quindi no way, c’è un motivo se la gente è arrabbiata con la categoria.
Sono invece totalmente d’accordo sul tema della violenza e dei rischi che si incorrono. O si fa la rivoluzione VERA, o questi atti sono solo dannosi. 
2) sulla leva siamo in ritardo di 10 anni. La storia moderna ci ha insegnato che per preparare una guerra ci vogliono 20 anni di preparazione, investimenti strategici, e di leva. Oggi la leva non potremmo farla: mancano stivali, uniformi, spazi, sottufficiali (di ufficiali invece, soprattutto raccomandati e svogliati, guarda un po’, ne abbiamo anche troppi), non bastano gli istruttori. Le armi le puoi produrre in 6 mesi -se serve-… ma addestrare un sergente istruttore, ci vogliono ALMENO 5 anni, e può addestrare a livello basico un centinaio di soldati l’anno. E in più, il popolo non è pronto ad una guerra, non è motivato, è già impoverito, ed è cresciuto in una cultura pacifista, nonché un popolo di vecchi. Quindi per la terza volta consecutiva arriviamo impreparati a una grande guerra. Le ultime due volte abbiamo avuto crisi nera, fascismo, cambio del sistema di governo, milioni di morti, la rinuncia alla politica estera… cosa potrebbe mai andare storto stavolta?

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L'editoriale di oggi è dedicato all'attacco di venerdì scorso alla sede del giornale La Stampa, da parte di centinaia di attivisti vicini alla causa palestinese. Al centro delle motivazioni dell’aggressione c’è il caso di Mohamed Shahin, imam della moschea del quartiere di San Salvario, da giorni in un Centro di Permanenza per il Rimpatrio, in attesa di espulsione perché accusato di posizioni radicali. Nell'assoluta condanna delle violenze che si sono verificate, proviamo a fare un punto sulla vicenda e sulle riflessioni che ne seguono. Il centrale parla invece del ritorno della leva militare in molti Stati europei: un tema che, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina nel 2022 ed è sorto lo spettro della minaccia russa, è tornato prepotentemente al centro del dibattito. Infatti, solo settimana scorsa la Francia ha annunciato l'introduzione della leva militare volontaria, mentre in Italia il ministro della difesa, Guido Crosetto, ha parlato di un disegno di legge sullo stesso tema. Ma qual è la situazione nei vari Stati dell'Unione? Stiamo davvero tutti quanti correndo ai ripari dalla minaccia di Putin?



Infine, in coda citiamo le devastanti conseguenze delle alluvioni che ormai da settimane stanno flagellando il Sud-Est Asiatico, la richiesta di grazia da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l'incontro tra le delegazioni ucraine e statunitensi in Florida per porre fine alla guerra contro la Russia, senza però al momento particolari risultati.

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