Nell'editoriale di oggi ci soffermiamo brevemente sul discorso pronunciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul tema delle carceri e le problematiche ad esso correlate, spostandoci poi nel Regno Unito dove il governo britannico ha incontrato numerose aziende tecnologiche per capire i margini di collaborazione e provare a risolvere la crisi del sistema penitenziario britannico, anche con misure alternative e controverse, come ad esempio il tracciamento dei condannati attraverso dispositivi sottocutanei. Tutto questo per riflettere sul fatto che i governi, una volta in possesso di strumenti di controllo così forti, difficilmente tornano indietro sui loro passi. Qual è la soluzione? Accogliere o respingere tali possibilità?
L'approfondimento di oggi fa riferimento alla decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di far uscire l'Ucraina dalla convenzione di Ottawa che proibisce l'uso, la produzione e lo stoccaggio di mine anti uomo, un arma che colpisce indiscriminatamente, soprattutto civili. Una scelta che dovrà necessariamente passare dal parlamento ucraino, motivata però dal contesto della guerra contro la Russia, paese non firmatario del trattato, che al contrario le utilizza. La decisione dell'Ucraina non è isolata, dato che altri stati europei hanno espresso la volontà di voler uscire dalla convenzione: stiamo parlando dei paesi baltici e della Finlandia, che come Kyiv hanno in comune il fatto che sono al confine con la Russia, vista sempre più come una minaccia.
In coda infine parliamo dei provvedimenti delle regioni italiane per tutelare i lavoratori dalle temperature sempre più alte, della prima ministra thailandese Paetongtarn Shinawatra sospesa dall'incarico per la crisi politica interna scoppiata per le tensioni al confine con la Cambogia, dello scontro tra coloni israeliani e le IDF in Cisgiordania, dell'arresto di quattro fumettisti in Turchia per una vignetta accusata di offendere i valori religiosi.