In apertura, usiamo come spunto una lettera aperta scritta a Repubblica da Julija Navalnaja, la vedova di Alexei Navalny, per fare una riflessione su quanto sia importante non usare l'arte come facile mezzo per evitare di parlare di politica. Il contesto è la partecipazione del noto direttore d'orchestra Valerij Gergiev a una rassegna musicale alla Reggia di Caserta, che è stata al centro di molte polemiche. Cerchiamo di capire se quelle polemiche hanno un fondamento, e quale sia davvero il punto quando un artista decide di farsi anche promotore di propaganda.
Nell'approfondimento centrale, invece, analizziamo il cambio di approccio da parte del presidente statunitense Trump verso la sua controparte russa Vladimir Putin: da mesi infatti sta esprimendo un certo scontento sull'operato russo in Ucraina, dimostrando sia con le parole sia con i fatti la sua frustrazione e il suo distacco. Ormai è infatti ufficiale: gli USA venderanno armi essenziali alla NATO, che a sua volta le consegnerà all'Ucraina, mentre Trump stesso minaccia Mosca di pesanti dazi secondari qualora un accordo non dovesse essere raggiunto entro 50 giorni.
In chiusura invece parliamo del vertice del Gruppo dell'Aia a Bogotà, in Colombia, che punta a fare pressioni a Israele affinché metta fine all'occupazione illegale dei territori palestinesi, dell'ennesima strage in Sudan, dove l'RSF hanno causato la morte di 300 persone, della sentenza della Corte d'appello di Roma che ha confermato la condanna al capoclan Bidognetti e al suo avvocato Sanonastaso per minacce a Saviano, e del test a cinque Paesi dell'UE, tra cui l'Italia, per un'app di verifica anagrafica.